Belladonna

La Belladonna è un prodotto estratto dai frutti di una pianta boschiva della famiglia delle Solanacee (la stessa delle patate e dei pomodori!), abbastanza diffusa e conosciuta in Italia.

Pare debba il suo nome dall’uso che facevano le matrone romane dell’antichità del succo dei suoi frutti per apparire più belle: esse infatti usavano tale succo come collirio per ottenere il noto dilatamento delle pupille conseguente all’uso di atropina (contenuta appunto nel succo, dal nome scientifico della pianta: Atropa Belladonna). Si tratta di una pianta tossica con forti effetti allucinogeni e conseguenze spesso mortali (Atropa è il nome della Parca che nella mitologia greca taglia i fili della vita).

Il tipo “belladonna” è un soggetto intelligente, piuttosto vigoroso ed energico, tendente alla collera ed in certi casi alla violenza; spesso ha il volto tendente al rosso fuoco; i suoi sonni sono inquieti e caratterizzati da una intensa attività onirica.
La tumultuosità del tipo “belladonna” indica che anche i disturbi da curare presentano le stesse caratteristiche:

cefalee violenti e pulsanti che coinvolgono soprattutto la parte frontale della testa, gli occhi e le tempie e che peggiorano con la luce, il rumore e ad ogni movimento;

faringiti e tonsilliti con dolore intenso alla deglutizione;

congiuntiviti con rossore intenso e bruciori accompagnate da effetti ottici di scintille e luccichii;

mal di denti con gengiva arrossata, gonfia e calda (il rimedio è consigliabile anche a chi ha l’abitudine di digrignare i denti mentre dorme);

febbri alte (influenzali, infettive o esantematiche) ad esordio improvviso, con viso e labbra molto arrossate, mani e piedi freddi ma resto del corpo bollente, intensa sudorazione e sonni molto agitati;

mestruazioni abbondanti e dolorose con fastidi localizzati soprattutto all’ovaia destra;

otiti con sintomi più intensi all’orecchio destro, spesso accompagnate da febbre e infiammazione ghiandolare;

infiammazioni locali con arrosamento, tumefazione, calore e dolore acuto;

 coliche epatiche e renali.

In generale, tutti i sintomi “belladonna” sono ad esordio brutale, producono intenso dolore, sono più facilmente localizzati a destra, migliorano con il caldo e peggiorano con il freddo.

Parlare della Belladonna mi offre anche l’occasione di chiarire forse meglio che cosa si intende in omeopatia per individualizzazione del trattamento in base al “tipo” (in opposizione alla standardizzazione spesso operata nella medicina allopatica).

Prendiamo il caso delle mestruazioni dolorose e abbondanti: il rimedio Belladonna viene indicato per quelle persone che hanno questo problema ed allo stesso tempo un temperamento, come abbiamo visto, tumultuoso e collerico; per lo stesso problema, invece, ma in presenza ad esempio di un temperamento ipersensibile, tendente a reprimere la collera ma con scoppi tardivi di ira sarà sicuramente preferibile la nux vomica. In sostanza, per curarsi bene in omeopatia occorre certamente conoscere per quali sintomi sono indicati i vari prodotti, ma maggiormente importante è conoscere a quale persona quei prodotti sono indirizzati.
Personalmente ho conosciuto questo prodotto, come del resto tutta l’omeopatia, quando mio figlio, oggi diciottenne, era piccolo.

La pediatra, infatti, mi consigliò l’utilizzo della Belladonna per mio figlio prima per le colichette neonatali e per i disturbi legati alla dentizione (a proposito, i lattanti, che per ovvi motivi non possono certo assumere i granuli con le modalità degli adulti, possono utilizzare i prodotti omeopatici sciolti in poca acqua o nel latte) e poi per le solite tonsilliti e febbri influenzali tipiche dei bambini, sempre con risultati soddisfacenti.

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