Aconitum

L’Aconitum napellus è una pianta della famiglia delle Ranuncolacee, nota anche in fitoterapia, che per l’utilizzo in omeopatia viene raccolta ed utilizzata intera alla fine della fioritura.

Pianta estremamente rapida nei suoi effetti velenosi (1 mg di Aconitina causa la morte immediata di un uomo di 60 chili), cresce nei versanti boscosi di montagne fredde (Scandinavia e Scozia in primo luogo, ma in minor quantità anche sulle nostre montagne).
In virtù della sua rapidità, l’aconito viene indicato per molti disturbi che compaiono improvvisamente e raggiungono presto il loro apice, per cui il suo utilizzo spesso si limita alle prime fasi della cura per evitare complicanze (per questa sua caratteristica in omeopatia è soprannominato “ciclone di breve durata”).

Il suo uso è pertanto caratteristico, ad esempio:

– per febbri che hanno un esordio repentino e raggiungono presto elevate temperature con manifestazioni quali brividi, tosse, mani bollenti, assenza di sudorazione e intensa sete (indicato quindi, oltre che per le classiche febbri da infiammazioni dell’apparato respiratorio, anche per rosolia, morbillo e varicella prima della comparsa delle vescicole);

– per riniti acute con bruciore al naso, starnuti incessanti e cefalea;

– per nevralgie facciali molto dolorose, causate spesso da una lunga esposizione al freddo secco o cefalee che danno un senso di vertigini;

– per problemi all’apparato digerente conseguenti generalmente all’ingestione di bevande troppo fredde o ad un colpo di freddo e che possono presentare nausea, vomito e diarrea;

– per congestione oculare per la presenza di un corpo estraneo o per congiuntiviti da freddo;

– per sintomi cardiaci, quali palpitazioni o tachicardia, accompagnati da agitazione e ansia.
Il tipo “Aconitum” è spesso, soprattutto a seguito di uno shock emotivo, preda di un generico senso di panico accompagnato da agitazione, angoscia e paura della morte. Presenta un arrossamento facciale, pelle secca e calda.

Di umore variabile e di memoria debole, soffre di paure confuse e immotivate; può rinchiudersi in un’estremo mutacismo o al contrario essere colto da un pianto irrefrenabile o diventare collerico.

I suoi sonni sono spesso agitati, quasi sempre si sente prostrato sul piano psichico.

La sintomatologia dell'”aconito” si aggrava con il freddo , il rumore, luci e odori forti e nel mezzo della notte; migliora, invece, all’aria aperta.

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